Articolo 10
L’articolo 10 dispone che l’ordinamento giuridico italiano si adatti automaticamente alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Questa disposizione ha un grande valore simbolico perché il nostro Paese, dopo terribili eventi storici, politi e sociali, come la seconda guerra mondiale e il Ventennio fascista, si è impegnato a rientrare nell'ambito delle democrazie occidentali e ad essere un membro riconosciuto della Comunità internazionale.
Nel secondo comma viene determinata la condizione giuridica dello straniero, che non può mai essere meno favorevole da quanto previsto dalle norme di diritto internazionale. Nel terzo e nel quarto comma, viene garantito a tutti i cittadini stranieri, ai quali siano stati negati i diritti e le libertà democratiche nei loro paesi, di poter esercitare tali diritti nel territorio dello stato italiano, grazie al diritto di asilo.
L’Italia, ricordiamolo, ha ratificato, nel 1954, la Convenzione sullo status dei rifugiati, già siglata a Ginevra il 28 luglio 1951, e nel 1970 il Protocollo relativo allo status di rifugiati, siglato a New York il 31 gennaio 1967.
Sia la Convenzione di Ginevra che il Protocollo vengono ripresi dall’Articolo 18 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea di cui noi siamo membri.
Come negli anni precedenti, scopo dell'iniziativa è quello di indurre gli studenti ad amare e rispettare la nostra Carta Costituzionale, e renderla materia viva, attraverso lo studio e il confronto tra allievi appartenenti a 12 scuole del Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Sardegna, insieme alla Scuola italiana di Atene, che quest'anno ospitava l'incontro.
Il lavoro dei ragazzi dell'I.I.S. "G. A. Pischedda"
Dopo la raccolta di documenti riguardanti le norme nazionali e internazionali relative all'articolo 10 e all'accoglienza dei migranti, gli studenti di Bosa hanno deciso di comprendere i motivi che spingono tante genti a migrare, hanno indagato sulle modalità in cui l'accoglienza è attuata dal punto di vista strettamente normativo ma, soprattutto, hanno valutato come tale prassi debba essere presente nella coscienza comune.
Assieme a uno studio sui flussi migratori, sulla scorta dei dati ISTAT e dell'UNHCR, e le informazioni storico, socio-politiche dei Paesi di provenienza dei migranti, è stato presentata ad Atene, il giorno 17 maggio 2019, una riflessione sulle radici culturali del valore etico dell'accoglienza.
Gli alunni durante i lavori preliminari presso la Scuola italiana di Atene. Partendo da sinistra, Asia Oggianu, Lorenzo Calledda, Chiara Farris, Marina Sanguinetti, Andrea Masotti |
Il lavoro presentato sotto forma di public speaking - accompagnato da testi e immagini - è stato curato dagli studenti Lorenzo Calledda, classe 4^B, Chiara Farris della 2^D, Andrea Masotti della 4^B, Marina Sanguinetti della 4^M e Asia Oggianu della classe 1^A.
Qui il testo preparatorio del discorso:
Un momento della presentazione del Pischedda di Bosa ad Atene |
Alcune immagini che hanno accompagnato la presentazione |
Al termine della relazione, le parole della poetessa Warsan Shire, lette da uno studente in sincrono con il filmato elaborato, hanno testimoniato il dolore e il dramma che vive chi abbandona la propria casa per continuare a sopravvivere in Europa. La poetessa è figlia di rifugiati somali, fuggiti dal proprio paese dilaniato dalla guerra civile.
Questo è il filmato:
Le relazioni di altre scuole in alcune immagini |
Uno scorcio della sala, sede del convegno |
Gli studenti, i docenti referenti, i dirigenti, gli organizzatori, il coordinatore e gli ospiti che hanno reso possibile il successo dell'incontro ad Atene |
Gli studenti sono stati in seguito invitati a presentare il loro lavoro a Roma, il 4 ottobre 2019, presso il Senato della Repubblica, Aula Capitolare della Biblioteca.
I relatori Lorenzo Calledda, Marina Sanguinetti, Andrea Masotti al convegno presso l'Aula Capitolare del Senato |
La consegna dei doni ai convenuti da parte del Senato della Repubblica |
Chi salva una vita, salva il mondo intero
Talmud
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